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24 visitatori onlineIl settore della climatizzazione in calo nel 2012 |
Martedì 12 Febbraio 2013 14:33 |
Nonostante l'estate calda e lunga, i consumatori hanno scelto soluzioni veloci ed economiche, secondo quanto rivelano i dati di Anima per Co.Aer. Cala il fatturato per l'industria dei climatizzatori nel 2012. E' quanto emerge dall'indagine statistica realizzata dall'Ufficio Studi Anima (Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine) per Co.Aer (Associazione Costruttori apparecchiature ed impianti per la climatizzazione e pompe di calore).
La diminuzione registrata nei primi nove mesi del 2012 riguarda tutto il comparto, con differenze rispetto ai prodotti: è netto ad esempio il calo in termini percentuali dei sistemi multisplit (-20,1% a pezzi e -16,1% a valore); meno pesante invece il decremento per i monosplit (-7,7% a pezzi e -7,8% a valore). Non è bastata, in sostanza, un'estate lunga e calda a trainare un mercato segnato dalla crisi, tanto che i consumatori hanno preferito rivolgersi a soluzioni economiche e più immediate come i monosplit o i condizionatori trasferibili, addirittura in aumento del +5,9% a valore stabili (-0,4%) sui pezzi rispetto al 2011. Discorso valido anche per i sistemi miniVrf e Vrf, per la prima volta in calo (-15% in pezzi, -13,9% a valore). Anche il comparto centralizzato rileva un segno negativo diffuso, con differenze tra i sistemi. È andata molto male, ad esempio, ai condizionatori roof top (-15,7% a pezzi e -25,6% a valore), apparecchiature applicate per la maggior parte in un settore, quello dei centri commerciali, in questo momento fermo e dove il mercato della sostituzione è piuttosto esiguo. Stesso discorso per le unità di trattamento aria (-24,3% in pezzi e -14,7% a valore), dovuto alla drastica riduzione di nuovi edifici costruiti e di ristrutturazioni pesanti. In saldo negativo anche il comparto dei gruppi refrigeratori di liquido con condensazione ad aria, fatta eccezione per la fascia da 501 a 700 kW, in aumento del 3,4% a pezzi e del 17,3% a valore. Analizzando le varie fasce di potenza la prima, quella dei minichiller fino a 17 kW, segna un -10% circa, sia a pezzi che a valore, ovvero una riduzione meno negativa delle altre fasce. La spiegazione potrebbe essere legata sia a una “miniaturizzazione” degli impianti, sia ad una maggiore incidenza, in questa fascia, di unità a pompa di calore, la cui domanda è in parte sostenuta dalle incentivazioni fiscali in atto. Il segmento dei refrigeratori condensati ad acqua mostra un risultato complessivo di mercato di +2% a valore e di -12,7% a pezzi. In questo ambito le macchine con potenze superiori ai 500 kW riportano un aumento del valore che arriva oltre il 40%, pur trattandosi di pochi pezzi, una crescita che potrebbe essere legata a discorsi di efficienza: poiché sulle macchine più grandi il consumo energetico ha in termini assoluti un valore notevole, si tende a ricercare una maggiore efficienza, che si raggiunge più facilmente con le macchine condensate ad acqua. Pesante invece il calo per i fancoil (-15%) prodotti fortemente legati al settore dell’edilizia con una vita fisica di 20 e più anni e per i quali è molto limitato il mercato della sostituzione. L'unico fancoil che tiene è l'hi-watt (-0,6% a pezzi e -5,1% a valore). Questa indagine, che riguarda solo il mercato italiano, esclude la produzione e l'esportazione. “La media di produzione per le aziende italiane – spiega Luigi Zucchi di Aermec – non è così negativa come risulta dai dati del solo mercato interno. L’esportazione fortunatamente sta tenendo e ci permette di vedere po’ di luce in fondo al tunnel. Da notare però che quando si parla di estero, oltre ai tradizionali mercati di Francia, Germania e Inghilterra, oggi si comprende in buona parte anche l’extra UE, ossia paesi a cui dieci anni fa non avevamo bisogno di rivolgerci.”
Fonte: http://www.periti.info |